Basta guardare il mondo dalla giusta angolazione

Basta guardare il mondo dalla giusta angolazione

Sono stato al mare, ho fatto un bagnetto da pensionato.

Ad un tratto ho sentito come un lamento lontano, mi sono girato verso la collina, ma veniva dal mare, viaggiava su leggere onde dall’ Egeo di Atene per giungere a noi. Erano gli scultori greci, quelli che hanno rappresentato l’anatomia umana con i loro capolavori. Si giravano nei sepolcri.

Mi sono rivestito, destinazione EuroSpin.

Mentre aspettavo in auto la lunga spesa della mia signora, la mia attenzione fu attirata da un furgone con il portellone aperto. Vivaci ragazzi e ragazze di colore caricavano acqua e derrate alimentari.

Fra loro un giovane alto con buone braccia. Ho continuato ad osservarlo. “Quel ragazzo ha un’ottima potenzialità” mi sono detto. Scendo dall’auto e mi avvicino: “Di dove siete? Dove abitate?”. “Al Seminario di Fermo” dissero in coro. “Tu ti alleni?” dico al ragazzo. “Faccio un po’ di ginnastica”.

Invitandolo a contrarre il braccio, lo mosse ruotando polso e mano a testa di paperella. “Non così, figliolo. Guarda me”, gli dico, e contraggo il bicipite, “Adesso riprova”.

Si alzò il bicipite a palla, almeno 44 cm di braccio. Gli do il numero di telefono e indicazioni.

“Vienimi a trovare in palestra e non far passare tempo”.

Mi guarda.

È un feeling immediato, quel feeling che si stabilì allenandomi con russi, bulgari, estoni, eccetera, senza conoscere una sola parola.

Arrivo in palestra e mi metto a lavorare. Dopo pochi minuti mi arriva un messaggio su whatsapp: “Posso vedere la palestra?”. Gli mando alcune foto. “Grazie, aspetto una sua telefonata per quando posso venire”. “Ok”, faccio io, “riapro lunedì prossimo. Ti chiamerò. E penso tra me e me “ quanta forza ha lo sport, il movimento fisico!”.

Lunedì do appuntamento al ragazzo alla stazione centrale per portarlo in palestra. Non ci troviamo. Dopo diversi tentativi con il cellulare non riusciamo a capirci. Il ragazzo sembra nervoso, inutile andare avanti. Chiudo il telefono pensando di rintracciarlo tramite un’operatrice dello SPRAR di Fermo, che fortunatamente frequenta la nostra associazione sportiva.

Alcuni giorni dopo il caso è risolto: Take mi arriva in palestra accompagnato da due assistenti.

Ci apriamo in un sorriso. Il giorno seguente cominciamo gli allenamenti.

Ormai è trascorso più di anno, e Take si è ben inserito conseguendo notevoli miglioramenti non solo fisici, ma soprattutto nell’organizzazione della sua persona.

Sempre educato e gentile, gode la stima di tutti gli associati.

Ho viaggiato in ogni parte d’Europa dove sono saliti sul podio più alto gli atleti che ho seguito, e chissà che un giorno non accada anche a Take.

La volontà di Take di inserirsi nel luogo di lavoro così come la tenacia e la disciplina durante l’allenamento sembrano risultati decisamente apprezzabili; ed è quanto avevo immaginato nel vederlo la prima volta davanti a quel supermercato in una giornata d’estate.

 

Enzo Rapino, Maestro di pesistica e cultura fisica, Docente della Federazione Olimpica FIPE-Coni.